113mila giovani scappati via: ma noi continuiamo a far finta di niente
di Riccardo Tugnoli
Centotredicimila.
Non è il numero di nuovi assunti, né quello delle nascite dell’anno.
È il numero dei giovani italiani che se ne sono andati dall’Italia nel 2023. A gambe levate.
Un intero stadio di ragazzi che ha detto: "ciao Italia, io così non ci sto più."
E noi?
Noi qua. A guardare. A tirare avanti. A fare finta che sia normale.
+36% rispetto all’anno precedente
Sì, trentasei percento in più rispetto all’anno prima.
Una fuga di massa.
Una generazione che non ce la fa più, che non ci crede più.
E mentre loro fanno le valigie, qui si continua a parlare di stabilità politica, di crescita, di rating migliorati.
Ma la realtà vera è un’altra: chi può, se ne va.
Scappano perché qui non c’è aria
Non è solo una questione di stipendi (che fanno schifo, comunque).
È che manca l’aria, manca la prospettiva, manca il rispetto.
Chi studia si sente preso in giro. Chi lavora è sfruttato. Chi sogna si sveglia ogni giorno con l’ansia di non farcela.
E mentre i giornaloni parlano di meritocrazia, i ragazzi passano da uno stage all’altro, da un call center a un master pagato a rate.
Poi mollano. E vanno via.
Chi resta si spegne. Chi parte si strappa.
E chi non parte?
Resta. Ma si spegne dentro.
Vede gli amici partire, vede che la scelta migliore è sempre più spesso quella di andarsene.
E attenzione: non se ne vanno i fannulloni. Se ne vanno i migliori. Quelli in gamba. Quelli che parlano tre lingue, che hanno voglia, che ci avevano creduto.
E invece se ne vanno, col magone. E spesso senza biglietto di ritorno.
Un Paese che si svuota
E allora la domanda vera è:
chi lo costruirà questo Paese tra 10, 20 anni?
Chi terrà in piedi le scuole, gli ospedali, le imprese? Chi insegnerà? Chi curerà?
Forse non interessa più a nessuno.
Forse il piano è tenere l’Italia come una vecchia pensione, da gestire finché regge, lasciando andare via chi ha ancora energia.
Serve un Piano B. Sul serio.
Questo blog si chiama PIANO B per un motivo.
Perché il Piano A è fallito.
Quello delle riforme a casaccio, delle pacche sulle spalle, dei tweet pieni di retorica. Basta.
Serve una politica seria, una nuova visione, un’idea di futuro che metta al centro le persone, non gli spread.
Serve dignità, rispetto, giustizia generazionale.
E soprattutto, serve urlarlo forte, perché il silenzio di questi anni ha fatto solo danni.
Se anche tu hai perso un amico, un fratello, un figlio o una figlia che è partito…
Se anche tu sei uno di quelli che ha fatto la valigia con le lacrime agli occhi…
Allora sappi che non sei solo.
Qui, su PIANO B, ne parliamo. Perché fingere che vada tutto bene è diventata la vera malattia italiana.
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Perché cambiare si può, ma solo se iniziamo a parlarne sul serio.
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